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“La guerra è pace, ci rende più ricchi e sicuri”… o almeno così dicono i media mainstream

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di: Julie Lévesque

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Una donna irachena con il suo bambino morto. Fonte: A Real Cost Of The Iraq War

La guerra è pace. Quella che era nota come una famosa citazione tratta da “1984” di George Orwell è ormai diventata realtà. O forse ancora no, se si considera che i media mainstream creano quotidianamente la realtà.

Il 28 aprile 2014, sulla homepage del sito web del Washington Post compariva l’immagine di un’esplosione nucleare, con il seguente titolo: “La guerra è brutale. L’alternativa è peggio“.

La pace è peggio della guerra? La diplomazia è peggio di una esplosione nucleare? Mi domando se la persone lacerate dalla guerra in Iraq, Afghanistan, Palestina… siano d’accordo.

Il sottotitolo è probabilmente l’apice dell’assurdo: “La guerra può essere il modo peggiore immaginabile per creare società pacifiche, ma questo professore sostiene che questo sia l’unico modo“. Professore? Come si può essere un professore e dire qualcosa di così illogico? E come può un giornale essere preso sul serio quando pubblica tali assurdità?

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Ma c’è di peggio, se è ancora possibile. Cliccando su questo articolo, si legge:

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Le guerre ci rendono più sicuri e più ricchi“. Wow. Davvero?

Ma il “ci” a chi è riferito? Certamente non al popolo americano:

Le decennali guerre americane in Afghanistan e in Iraq avranno alla fine un costo totale di quasi 6.000 miliardi dollari, l’equivalente di 75,000 dollari per ogni famiglia americana, secondo quanto calcolato dalla prestigiosa Kennedy School of Government dell’Università di Harvard …

E ‘inoltre essenziale ricordare che l’amministrazione Bush aveva sostenuto, fin dall’inizio, che la guerra in Iraq si sarebbe autofinanziata con le entrate del petrolio iracheno, mentre alla fine Washington DC è stata costretta a prendere in prestito oltre 2.000 miliardi dollari per finanziare le due guerre, la maggior parte  da istituti di credito stranieri.

Secondo il report del 2013 della Kennedy School of Government dell’Università di Harvard , questo ha rappresentato circa il 20 per cento dell’ importo complessivo aggiunto al debito nazionale degli Stati Uniti tra il 2001 e il 2012.

Sempre secondo il rapporto citato in precedenza, gli Stati Uniti “hanno già versato 260 miliardi di dollari in interessi per il debito di guerra”, e i futuri pagamenti degli interessi ammonterebbero a trilioni di dollari. (Sabir Shah, US Wars in Afghanistan, Iraq to Cost $6 trillion)

Quindi, chi sono i “noi” che sono sempre più ricchi? I banchieri forse? Perché se la guerra rende alcune persone ricche, queste sono i banchieri:

I banchieri sono spesso la forza trainante dietro la guerra.

Dopo tutto, il sistema bancario si fonda sul fatto poco intuitivo, ma indiscutibile, che le banche creano prima i prestiti e successivamente i depositi.

In altre parole, quasi tutto il denaro è effettivamente creato come debito …

Il debito (dal punto di vista del mutuatario) nei confronti delle banche è il profitto e il reddito dal punto di vista della banca. In altre parole, le banche fanno affari creando più debito … ovvero, trovando sempre più persone che vogliono prendere in prestito somme sempre maggiori …

Che cosa ha a che fare tutto questo con la guerra?

La guerra è la macchina crea- debito più efficiente …

La guerra è un bene per le banche, perché una quantità enorme di materiale, attrezzature,  edifici e infrastrutture vengono distrutte durante la guerra. In tal modo le nazioni sono costrette ad indebitarsi pesantemente per finanziare la guerra, e poi prendere ancor maggior denaro in prestito per ricostruire. (Washington’s Blog, War Creates Massive Debt and Makes the Banks Rich)

Noi” è probabilmente anche il complesso militare-industriale, per la quale la pace è il nemico numero uno:

Il fatto che le attività militari possano diventare un’impresa redditizia porta alla realizzazione che la pace è il principale nemico del complesso militare-industriale. Una semplice metafora può illustrare questa affermazione. Viticoltori, l’industria del vino e i rivenditori sarebbero completamente fuori dal mercato se la gente smettese di bere vino. In modo simile, il complesso militare-industriale sarebbe fuori mercato in condizioni di pace duratura, perché lo sviluppo, la produzione, la commercializzazione e l’uso delle attrezzature militari non sarebbe più necessario.

Per rimanere nel mondo degli affari, questo complesso aveva bisogno delle guerre in Vietnam, in Iraq e in Afghanistan, della “guerra fredda” con l’Unione Sovietica, della guerra al terrorismo e di varie altre guerre. E deve essere coinvolto in nuovi conflitti, come in Ucraina in questo momento. (Vashek Cervinka, Peace is the Enemy of the US Military Industrial Complex)

NOI, i popoli del mondo, non vogliamo le guerre e noi non stiamo diventando più “ricchi” e “sicuri” con le guerre. In realtà è tutto il contrario. Le guerre distruggono le economie e… indovinate un po? Le guerre uccidono le persone! Come possono le uccisioni di massa e gli enormi debiti renderci “più sicuri e più ricchi”?

Nonostante abbia ricevuto il Premio Dean della Stanford University, che “riconosce gli sforzi compiuti da eccezionali insegnanti presso le Facoltà di Lettere e Scienze” ed è “assegnato per l’eccellenza universitaria” e i “successi nella didattica”, il professor Morris sembra ignorare l’esistenza di quello che è probabilmente il giudizio più importante nella storia dell’umanità, il giudizio di Norimberga, che dice:

“Dare inizio ad una guerra di aggressione, quindi, non è solo un crimine internazionale: è il crimine internazionale supremo, diverso da tutti gli altri crimini di guerra per il fatto di concentrare in se stesso tutti i mali della guerra“.

Viviamo in un mondo dove premiati insegnanti di materie umanistiche e delle scienze promuovono la guerra, il crimine internazionale supremo. Niente può essere più orwelliano di questo.

[…]

LINK: “War is Peace, it Makes Us Rich and Safe”… or So Says the Mainstream Media

DI: Informazione Scorretta

 


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